Virtual Reality nell’e-commerce

Nuove opportunità nel commercio online Virtual Reality nell’e-commerce

Pubblicato il 22.04.2020 da Thomas Berweger, Digital Product Manager, Posta CH SA

Nell’e-commerce la Virtual Reality sta assumendo sempre più importanza. Molti operatori stanno già impiegando questa tecnologia in vari contesti, al fine di rendere l’esperienza di acquisto dei clienti più avvincente e intensa, contribuendo potenzialmente anche ad aumentare il conversion rate.

Tanto la Virtual quanto l’Augmented Reality offrono nuove opportunità nell’e-commerce. Per Augmented Reality (in italiano: realtà aumentata, abbreviato: AR) si intende un ampliamento della percezione della realtà grazie all’impiego di tecnologie su supporto informatico (fonte: Ryte Wiki). I concetti di Virtual Reality (VR) e Augmented Reality vengono spesso utilizzati come sinonimi. Nell’ambito della VR l’attenzione è invece rivolta a creare un contesto virtuale per l’utente.

Già da alcuni anni molti operatori stanno impiegando diverse soluzioni AR e VR nei propri shop online. Secondo uno studio condotto da Capgemini, già nel 2023 l’impiego di soluzioni AR e VR diventerà uno standard diffuso tra le aziende (fonte: E-Commerce Magazin). Le potenziali aree d’impiego di questa tecnologia comprendono numerosi settori e mercati. Dal 2018 la ditta tedesca di spedizioni Otto ha messo a disposizione un’app con la quale gli utenti possono visualizzare in modo virtuale tramite l’AR gli arredamenti all’interno della propria abitazione.

La piattaforma eBay ha sviluppato il primo store VR come app per iOS e Android. Con quest’app i clienti possono far fluttuare i prodotti all’interno di «bolle di categorie» e visualizzare così nel dettaglio i singoli prodotti e ingrandire le immagini visualizzate (fonte: mds.visual). La piattaforma commerciale Alibaba, in collaborazione con catene quali Macy’s e Costco, riprende invece l’interno dei negozi con una telecamera a 360° di modo che l’utente possa muovervisi virtualmente, diventando così una sorta di Google Street View per gli acquisti del commercio al dettaglio.

Anche altre aziende come IKEA, Gap o Apollo stanno seguendo il trend, auspicando così di incrementare il proprio conversion rate. Inoltre, l’impiego di tecnologie innovative migliora l’immagine aziendale e può incrementare la fidelizzazione dei clienti.

La registrazione dei prodotti in 3D può però rivelarsi onerosa: i costi dipendono infatti dal numero di prodotti da rappresentare in modo virtuale all’interno del segmento di mercato dell’operatore.

Progetti più modesti sono realizzabili con l’aiuto di un’app o di soluzioni VR e AR basate sul web (ad es. Spark AR di Facebook o Amazon Sumerian), che hanno i loro limiti. Progetti più dettagliati o che richiedono ulteriori interazioni con gli utenti possono invece essere realizzati solo con il supporto di fornitori di servizi specializzati. Per ovvi motivi, i costi lievitano.

Prima di investire in soluzioni VR o AR, occorre tenere a mente che non tutti i prodotti si prestano a un servizio di questo tipo. Giocattoli, mobili, accessori per l’arredamento come pure cosmetici e articoli di moda sono perfetti per essere presentati all’interno di un spazio virtuale. Se le applicazioni offrono al cliente un valore aggiunto e una User Experience positiva, l’impiego di soluzioni VR può davvero trasformarsi in un vantaggio competitivo in un mercato caratterizzato da una forte concorrenza.

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Thomas Berweger

È Digital Product Manager presso la Posta. Si occupa di sviluppare una strategia plug-in per i moduli della Posta negli shop online. Parallelamente, è responsabile dell’assistenza tecnica per i servizi digitali Etichette pacchi Svizzera, Webservice «Codice a barre» e DataTransfer.

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