Acquisto di capi sostenibili

Negli ultimi anni, l’aspetto della sostenibilità è diventato sempre più saldamente ancorato alla consapevolezza dei consumatori. Il commercio equo e solidale nel mercato del caffé, il benessere degli animali quando si parla di consumo di carne o l’agricoltura biologica nella scelta degli ortaggi ne sono degli esempi. Il settore della moda non fa eccezione.

Sapete in quali condizioni di lavoro sono stati creati i capi che indossate? Da dove provengono le materie prime utilizzate? La generazione più giovane, in particolare, è interessata proprio a queste domande. Questi clienti vogliono sapere se la sarta è stata pagata equamente o se il materiale è stato realizzato in cotone biologico certificato.

La «generazione Z» non si lascia entusiasmare solo dalle innovazioni tecnologiche, ma mostra uno spiccato spirito di gruppo e un forte senso di responsabilità. Oltre a questo, chiede anche un comportamento responsabile da parte delle aziende. Anche a seguito dell’emergenza legata al coronavirus, è probabile che questo sistema di valori si manifesti anche in altre generazioni.

Nel frattempo, sempre più consumatori si rendono conto che la «fast fashion», cioè la produzione di capi d’abbigliamento veloce e a basso costo, le cui collezioni vengono immesse sul mercato a intervalli sempre più brevi, è uno spreco di risorse. Tuttavia, non è sufficiente giocare pubblicamente la carta della «sostenibilità» solo attraverso il dipartimento di pubbliche relazioni. I clienti stanno diventando sempre più sensibili al tema e si rendono conto che il «greenwashing» in realtà non è nient’altro che una cattiva pratica commerciale.

Il Gruppo LVMH ha sviluppato insieme ad AURA una piattaforma basata sulla blockchain, che documenta al consumatore l’origine e l’autenticità dei prodotti. La tecnologia della blockchain permette ai clienti di individuare chiaramente come il prodotto è stato fabbricato, da chi, e in quali condizioni. Un esempio dal settore alimentare è «The Other Bar». Si tratta di una barretta di cioccolato prodotta solo con materie prime provenienti da coltivazioni sostenibili, le cui informazioni sono reperibili attraverso una blockchain e dei codici speciali riportati sull’imballaggio.

Questo tipo di note informative danno al cliente la sensazione di agire in modo etico, oltre a creare anche un rapporto personale con il prodotto e, nel migliore dei casi, una maggiore fedeltà al marchio.

Attraverso la costante attenzione alla sostenibilità nel campo della moda, l’ecologia e la sostenibilità diventano parte di una promessa facilmente condivisibile. I designer e le piccole imprese che si concentrano sulla moda sostenibile, ecologica ed equamente prodotta si fondono tra loro. Questi diversi partner hanno la stessa vision, la stessa mission e gli stessi valori, condividono le stesse convinzioni e perseguono gli stessi obiettivi.

La responsabilità di un prodotto non termina con la sua vendita. È necessario studiare con attenzione tutto il suo ciclo di vita. La durata, il riutilizzo e l’upcycling e i sistemi di riciclaggio stanno diventando sempre più importanti nel settore della moda. H&M sta già investendo in piattaforme per i capi di seconda mano.

La spinta comune verso una maggiore sostenibilità unisce le forze, trasforma i clienti in fan e ogni singolo individuo contribuisce a rendere il mondo un po’ migliore.

Perché questo funzioni nel suo complesso, l’intera organizzazione deve naturalmente vivere questi valori insieme in modo incondizionato.

Non vedo l’ora di conoscere molte storie aziendali vere, autentiche e soprattutto oneste. Stay tuned!