Una propensione da coltivare

Una propensione da coltivare Così i collaboratori diventano ambasciatori

Pubblicato il 16.07.2019 da Marie-Christine Schindler, mcschindler.com gmbh

I collaboratori nel ruolo di ambasciatori sono una tendenza consolidata. Ma questa propensione deve essere coltivata nel tempo. Quali condizioni generali occorre soddisfare affinché i collaboratori siano disposti a svolgere il ruolo di ambasciatori, esperti o persino di influencer per il proprio datore di lavoro? Come è possibile promuovere e attivare tali premesse?

Già da qualche tempo le aziende cercano soluzioni per trasformare i propri collaboratori in ambasciatori o addirittura in influencer. Il vantaggio è palese: più che alle aziende, le persone oggi credono di più ai propri pari cioè a «persone come te e me». Come abbiamo modo di constatare quotidianamente, dalle aziende ci si attende inoltre il conseguimento di obiettivi sempre più elevati, come la massimizzazione dei rendimenti e la leadership di mercato. Sono dunque richiesti valori e responsabilità per il bene comune. Chi può trasmettere tutto questo meglio dei collaboratori a tutti i livelli?

A questo si aggiungono due tendenze che hanno trasformato ancora una volta la comunicazione in modo permanente. Da un lato sono gli algoritmi a stabilire cosa dobbiamo vedere, e a contrastare questa tendenza ci sono le persone che condividono i contenuti sui propri social network. Dall’altro lato le persone si ritirano sempre più frequentemente all’interno di cerchie in cui confrontarsi con individui simili a loro. Comunicano tramite messaggistica istantanea e si muovono in gruppi chiusi. Il fenomeno si chiama Dark Social, perché al di fuori di una ristretta cerchia non si sa cosa venga detto. In questo ambito non c’è monitoraggio per quanto sofisticato che possa aiutare, bensì sono efficaci soltanto le persone che si interconnettono in community tematiche – e quindi anche i collaboratori.

In questi termini, sembra quasi che sia possibile semplicemente assegnare ai collaboratori compiti di questo tipo. In realtà, e nelle discussioni sono tutti d’accordo, l’impegno è credibile unicamente se è volontario.

Quali sono buoni presupposti perché i collaboratori diventino ambasciatori?

  • Sono a proprio agio sul posto di lavoro perché vengono apprezzati per ciò che fanno, godono della fiducia dei propri superiori e si sentono ben informati.
  • Capiscono quali obiettivi persegue il loro datore di lavoro con la comunicazione e quale contributo possono apportare in prima persona.
  • Sono incoraggiati a compiere i primi passi sui social media e vengono affiancati in questi tentativi.
  • L’azienda mette a loro disposizione tempo a sufficienza e know-how adeguato, sostenendo gli eventuali costi.
  • C’è spazio per lo scambio di esperienze tra persone affini, a livello interno i successi vengono «festeggiati» discutendone e i superiori riconoscono gli sforzi compiuti.

Cosa possono fare i collaboratori? Diciamo così: si tratta di un impegno molto più complesso della semplice condivisione dei link dei più recenti contributi dei blog su Facebook, Twitter o Linkedin. Peraltro, il contributo apportato può essere abbinato anche a incentivi:

  • partecipare a eventi, manifestazioni specializzate e panel, magari con il proprio know-how in veste di referenti oppure sfruttare tali occasioni «semplicemente» per imparare e fare rete;
  • partecipare a gruppi tecnici intersettoriali, sia online che in occasione di eventi;
  • in veste di ospiti, presentare case study presso scuole universitarie professionali e in cicli di studi, oppure assumere la conduzione di unità didattiche;
  • collaborare in qualità di esperti nelle giurie;
  • raccomandare (curare) sui social network e autonomamente i contributi e partecipare attivamente alle discussioni;
  • scrivere un proprio blog oppure essere attivi, su invito, come autori ospiti di altri blog.

Come si evince agevolmente da questo elenco, tutto ciò che fanno i collaboratori deve essere collegato alle proprie capacità personali e alle tematiche dell’azienda.

Solo pochissimi collaboratori diventano attivamente ambasciatori di propria iniziativa. Tutti gli altri devono essere prima incoraggiati e, quando si sono decisi, hanno bisogno di un buon affiancamento, tempo e pazienza. Ma se queste condizioni si concretizzano, a beneficiare del risultato sono sia i datori di lavoro e che i dipendenti.

Nota: Marie-Christine Schindler terrà una relazione su questo tema in occasione di Connecta 2019.

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Marie-Christine Schindler, mcschindler.com gmbh

Con la sua agenzia mcschindler.com gmbh, specializzata in consulenza per PR online e comunicazione strategica, Marie-Christine Schindler assiste in veste di esperta le aziende, le PMI, le organizzazioni senza scopo di lucro e le singole persone. Scrive un blog molto seguito sulla comunicazione online, è coautrice del best seller e testo fondamentale «PR im Social Web» (O’Reilly) («Le PR nel social web»), ed è docente in diverse scuole universitarie professionali.

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