Prevenzione delle frodi nel commercio online

Commercio online Prevenzione delle frodi nel commercio online

Pubblicato il 17.09.2019 da Ivan Bütler, CEO, Compass Security

Le persone con una buona dose di arrivismo, propensione per le tecnologie internet e valori immorali spopolano nei clan dei criminali informatici. La corsa agli armamenti è iniziata da tempo – a che punto siamo?

Oggi tutti parlano di cyber security, hacking e frodi in internet. Il tema non è solo importante e urgente, ma anche seducente e trendy nei social media, tra gli influencer e tra gli esperti di sicurezza, più o meno credibili. Ormai ogni film di successo, da James Bond a Wallander, ha la sua spia informatica. E gli USA, come anche molti altri paesi, hanno dichiarato il cyberspazio zona militare.

In Svizzera le questioni relative ai crimini informatici vengono coordinate a livello federale principalmente da MELANI [1] e Fedpol [2]. La Confederazione sta intensificando i suoi sforzi volti alla prevenzione e alla lotta contro i rischi informatici con l’introduzione di un «Mr. Cyber» [3]. Florian Schütz, ex collaboratore RUAG ed ex responsabile della sicurezza presso Zalando, è stato scelto per questo incarico. La cyber security non è solo quella che si vede nei polizieschi, ma è una questione seria. 
Il titolo di questo contributo riguarda nello specifico la prevenzione di attività fraudolente nel commercio online, escludendo dalla tematica gli altri metodi di hackeraggio quali i ransomeware e i cavalli di Troia di codificazione. Il 99% dei sistemi di commercio online prevedono che il cliente si colleghi con il suo browser (Chrome, Firefox, Edge, Safari, MobileApp) a un sito web per selezionare prodotti e farseli consegnare a casa.

Gli hacker che violano questi sistemi hanno capito subito che attaccare direttamente l’infrastruttura della piattaforma di commercio è dispendioso e complicato. Abbondano notizie su hackeraggi a danno di aziende o carte di credito rubate ecc., dove l’hacker ha trovato un modo per accedere illegalmente all’infrastruttura informatica delle aziende. Nel 99% dei casi gli hacker cercano tuttavia di ingannare le persone (gli end-user) e di arricchirsi tramite i loro pc, laptop o cellulari o di impostare pagamenti illegali nei sistemi online.

Per le piattaforme commerciali si tratta di una questione molto spinosa, perché gli apparecchi terminali sono di responsabilità del cliente, il quale potrebbe provvedere a una scarsa manutenzione e non effettuare gli aggiornamenti. In altre parole, la piattaforma commerciale deve considerare l’apparecchio del cliente come non sicuro e presumere che venga già utilizzato da un criminale informatico.

Ma cosa succederebbe se una piattaforma commerciale potesse rilevare le attitudini di utilizzo degli utenti di siti web o app? La velocità con cui viene digitato un pagamento o la sequenza di acquisto? Se una piattaforma commerciale disponesse di queste informazioni, i criminali informatici avrebbero vita difficile. L’analisi della velocità di digitazione, delle attitudini di digitazione e di utilizzo non è una teoria. Viene infatti già impiegata in molte piattaforme commerciali online come sistema di Fraud Detection. Impedire un abuso sulla base del comportamento degli utenti è possibile ed è un potente strumento di difesa. Ma il crimine e la corsa agli armamenti non si fermano, perché gli hacker stanno perdendo utili e fanno di tutto per stare un passo avanti e smascherare i sistemi di rilevamento delle frodi.

Ma non finisce qui, anzi siamo appena all’inizio! Con la crescente digitalizzazione e l’utilizzo di algoritmi di machine learning aumentano in modo esponenziale le opportunità per gli hacker e per chi intende difendersi. Per il settore informatico questo è in ogni caso un buon affare. Gli sviluppatori di software sono i Michelangelo e le rockstar del futuro. La sicurezza è un processo mutevole e non possiamo starcene a guardare. Le numerose opportunità dell’era digitale hanno il loro prezzo e non va dimenticato che il cyberspazio è solo una rappresentazione della realtà. Nella vita reale la frode è nata con l’uomo. Forse è il secondo modello di business più antico. Non arrendetevi.

Ivan Bütler interviene su questo tema al Connecta Bern.


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Ivan Bütler, CEO, Compass Security

Ivan Bütler è un «hacker etico». Nel 1999 ha fondato la Compass Security, specializzata in Hacking, Penetration Testing e Incident Response. È fondatore di Hacking-Lab ed è impegnato nella ricerca e nella promozione di specialisti informatici. Insegna presso le scuole HSR, HSLU e HWZ nel settore della cyber security e della protezione dai criminali informatici.

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