Linguaggio inclusivo ed e-commerce

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Il linguaggio inclusivo Linguaggio inclusivo ed e-commerce

Pubblicato il 21.02.2023 da Kaspar Küng, Digital Commerce Consultant, la Posta

Il linguaggio inclusivo è un tema dibattuto da anni, a casa come sul lavoro. Ma cosa dire dei testi di prodotti, CG e blog? Quali aspetti sono importanti nell’e-commerce? Angela Lanza-Mariani, Head of Content presso Supertext a Zurigo, spiega come affrontare il tema e dà preziosi consigli.

Linguaggio inclusivo o no: qual è la raccomandazione per gli shop online?

Non si tratta di una scelta universale, ogni marchio decide per sé. Noi consigliamo alle aziende di indagare innanzitutto su se stesse ponendosi domande sull’identità e sul gruppo target: chi siamo? A quali valori diamo importanza? Come ci posizioniamo? A chi ci rivolgiamo con i nostri prodotti? Come pensano queste persone e cosa si aspettano da noi?

Un pubblico giovane e urbano ha aspettative diverse nei confronti di un’azienda rispetto a uno più anziano e tradizionale. L’uso del linguaggio inclusivo può essere più o meno importante a seconda del gruppo target.

Quale trend osservate attualmente? Si stanno affermando nuovi standard nel settore dell’e-commerce? Oppure si sta diffondendo la rassegnazione rispetto alla questione della parità linguistica?

Il tema è stato introdotto nel 2019. E negli ultimi uno o due anni viene dibattuto nell’ambito di ogni grande progetto. Al momento sono in corso numerosi test ed esperimenti. Non si può quindi certo parlare di rassegnazione.

A cosa bisogna prestare particolare attenzione quando si usa il linguaggio inclusivo per gli shop online?

L’uso del linguaggio inclusivo nell’e-commerce è una questione alquanto spinosa. Google è in grado di leggere le singole forme del genere, ma in modo diverso: ad es. l’algoritmo riconosce l’asterisco (collaboratore*trice) e la barra (collaboratore/trice) soltanto come forma maschile, mentre i due punti (collaboratore:trice) sia come forma maschile sia femminile. A seconda della base di utenti, conviene quindi scegliere una forma anziché l’altra. La maggior parte delle ricerche su Google viene ancora eseguita con parole chiave al maschile. Chi vuole fare la differenza in termini di SEO, dovrebbe tenerne conto nei titoli e nei nomi dei prodotti.

Forme come l’asterisco o ad esempio in tedesco il trattino basso coprono tutte le identità di genere, ma possono diventare una sfida grafica per i testi web. In presenza di link sottolineati o altri caratteri speciali, il testo può risultare poco chiaro. Il problema può essere risolto usando parole chiave neutre (ad es. web design anziché web designer) o inserendo la doppia forma al maschile e al femminile.

Le misure concrete in definitiva interessano varie aree di uno shop online: dalle descrizioni dei prodotti che si rivolgono a tutti al testo inclusivo delle CG.

Quindi è difficile attuare una politica unitaria rispetto al linguaggio inclusivo?

Assolutamente sì. Anche se questo non dovrebbe essere il fine ultimo. Proprio per via di Google, conviene definire la propria strategia in base al canale e al formato del testo. È importante definire gli ambiti in cui il tema è rilevante. E questo è perlopiù il caso dei testi destinati a raggiungere – e convincere – il maggior numero possibile di persone: descrizioni di prodotti di alta qualità, landing page, e-mail di marketing e quant’altro nella comunicazione diretta con la clientela.

Supponiamo che si opti per il linguaggio inclusivo. Come supportate i brand rispetto al tema? Esiste una check list?

Il processo varia leggermente in base all’azienda. Ma con il nostro white paper si può tornare rapidamente sulla strada giusta. Inoltre forniamo supporto individuale con workshop, guide e mediante una rielaborazione dei testi se necessario.

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Kaspar Küng

Kaspar Küng, Digital Commerce Consultant presso la Posta, fornisce consulenze a livello strategico e concettuale alla clientela attiva nel commercio digitale.

Angela Lanza-Mariani

Angela si assicura che la parola giusta sia al posto giusto su tutti i canali di Supertext ed è responsabile della strategia dei contenuti dalla A alla Z.

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