Il social commerce si è affermato

Social commerce Il social commerce si è affermato

Pubblicato il 28.07.2021 da Yannick Küffer, Digital Commerce Consultant, Posta CH SA

La pandemia e i suoi lockdown non hanno favorito solamente l’esplosione del commercio digitale nel suo insieme, ma c’è un segmento che ha beneficiato di questa situazione e a cui media e commercianti non hanno dedicato molta attenzione. Il «social commerce» sta decollando.

Come spesso accade nel mondo digitale, i fenomeni nascono molto prima della loro esplosione. Anche il termine «social commerce» è stato coniato già 15 anni fa. Alla base del concetto c’è il tentativo di trasformare l’acquisto impersonale tramite computer e smartphone in un’interazione sociale. Si è però dovuto attendere l’avvento dei social network, la loro adozione da parte delle masse e l’affermazione degli smartphone con la loro vastissima offerta di app.

Cercare ispirazione, vivere i prodotti in una comunità, acquistare

Non sorprende che Etsy, la «piattaforma dell’artigianato», abbia cominciato ad attirare l’attenzione della stampa economica solamente negli ultimi anni, nonostante sia stata fondata nel 2005. La piattaforma per la compravendita di oggetti vintage e prodotti artigianali è stata un modello e un precursore del fenomeno del social commerce.

La comunità (o meglio, le comunità) riunisce persone interessate a una precisa categoria di prodotti. I «venditori» interagiscono con la comunità e alla fine ha luogo l’acquisto, ma non solo. Infatti, a essere importanti sono anche le recensioni dell’esperienza da parte degli utenti. La priorità è l’esperienza, l’acquisto passa in secondo piano. Il modello è simile a quello degli influencer sui principali social network: persone che hanno credibilità in merito a un certo argomento presentano prodotti e servizi.

I social network diventano piattaforme di transazione

Prima è nato il fenomeno e poi ci si è chiesti come poterlo utilizzare. I gestori dei social network, infatti, sono venuti a conoscenza di questa forma di vendita indiretta a cui inizialmente non hanno partecipato. Di conseguenza non incassavano nulla né dai proventi degli influencer né dagli utenti che acquistavano in altri shop. Ora le cose stanno cambiando, e molto. Alcuni esempi degli ultimi sviluppi.

  • Negli ultimi anni Instagram, che appartiene a Facebook, si è impegnata molto per fare in modo che gli acquisti avvengano direttamente sulla piattaforma. È possibile collegare un’area shop alla pagina del profilo, i post sono «shopable» e quelli contrassegnati compaiono nella scheda «Esplora» dei clienti con un’elevata intenzione d’acquisto. Inoltre, grazie alla collaborazione con Shopify, per i commercianti che utilizzano questa piattaforma di e-commerce è ancora più semplice creare liste con i propri prodotti su Instagram. Infine, collegando Instagram a Facebook si hanno a disposizione ancora più possibilità.
  • Durante la prima ondata della pandemia, Facebook ha lanciato la nuova funzione «Shop», che offre molte possibilità tra cui il collegamento con WhatsApp. L’azienda ha lanciato «Facebook Pay», il suo sistema di pagamento che permette di collegare i vari elementi.
  • Anche Pinterest non è stata da meno: ha aggiunto un pulsante nella ricerca per fare acquisti e gli elementi sulla bacheca possono essere resi «shopable». Inoltre, le «styleguide» sono diventate cataloghi digitali.
  • L’ultimo a essere salito a bordo del treno del social commerce è il nuovo arrivato TikTok. Anche questo social network ha aggiunto link per fare acquisti nelle pagine del profilo, opzione particolarmente interessante per la collaborazione con gli influencer.

I benefici per il commerciante, tuttavia, non dipendono dalle possibilità tecniche, ma dal modo in cui sono presentati i prodotti e dall’interazione con gli utenti. Social commerce non è sinonimo di shop online 2.0 Gli utenti del social network vogliono essere ammaliati e colpiti.

Le prospettive del social commerce sono buone

Alla fine dello scorso anno, la società Greven Media ha condotto un sondaggio tra utenti tedeschi e il risultato è stato sorprendente. Durante la crisi del coronavirus, il 10% di loro è diventato un social shopper. Inoltre è stato mostrato come Facebook sia al primo posto nella classifica dei canali più utilizzati. Ci sono quindi buone prospettive di crescita per la quota di social shopper.

Vi sono due tendenze che saltano all’occhio: da un lato il numero crescente di post con immagini dinamiche che conducono direttamente all’acquisto, dall’altro il fatto che gli influencer tendono sempre più spesso a proporre sul mercato i propri prodotti. Questo offre opportunità interessanti per produttori e grandi aziende commerciali.

I commercianti dovrebbero tenere d’occhio il rapido sviluppo di questo settore e cominciare il prima possibile a sperimentare il social commerce. In ogni caso, non vi sono molti ostacoli iniziali.

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Yannick Küffer, Digital Commerce Consultant, Posta CH SA

Yannick Küffer è Digital Commerce Consultant del Competence Center Digital Commerce della Posta. In questa funzione affianca i commercianti nell’ulteriore sviluppo del loro grado di maturità digitale. A tal fine fornisce una consulenza strategica relativa alla digitalizzazione fino alla pianificazione della soluzione.

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