E-food: 4 tesi sul mercato DACH

E-commerce E-food: 4 tesi sul mercato DACH

Pubblicato il 31.08.2021 dal Dott. Matthias Schu, esperto di e-food e autore

Negli ultimi anni, quello dell’e-food è il segmento di mercato che ha registrato la crescita maggiore. Se prima della pandemia sostenitori e critici si sfidavano a colpi di previsione, ora non c’è dubbio: l’e-food è ormai una realtà. Il Dott. Matthias Schu, esperto di e-food dell’HSLU di Lucerna, ci spiega gli aspetti più importanti.

01 It’s still «Day One»

Probabilmente conoscete la citazione: è di Jeff Bezos, è diventata un cult e figura in ogni lettera annuale di Amazon agli azionisti. Lo stesso discorso vale per l’e-food: nonostante la crescita degli scorsi anni e l’aumento al 3,5% della quota di mercato in Svizzera, siamo solo all’inizio e per il futuro c’è ancora potenziale da sfruttare nell’area DACH.

02 L’e-food è diffuso soprattutto nei grandi agglomerati

Distanza, costi logistici, velocità. L’e-food non è adatto alla campagna e l’ultimo miglio è quello più complesso e costoso, con cui la maggior parte degli attori fatica di più. Un assortimento fresco e completo richiede velocità nella consegna e quindi magazzini regionali e, idealmente, un parco veicoli proprio per la consegna. A causa degli elevati costi fissi, gli offerenti non possono garantire una copertura su tutto il territorio e si concentrano quindi sui centri urbani.

03 Need for speed − l’ascesa del quick commerce

Dall’exploit della startup berlinese Gorillas, il quick commerce, ovvero la consegna di alimenti entro 60 minuti, è sulla bocca di tutti. E se anche dal punto di vista degli investitori prima era una nicchia all’interno del commercio online di alimenti, ora è considerato «hottest shit on earth». Il modello si concentra su orari cut-off, velocità e sul periodo di tempo tra l’ordinazione e la consegna al cliente. Mentre i veterani dell’e-food continuano a rimanere fedeli a concetti di drive-in, fasce orarie di svariate ore e consegna il giorno successivo, negli ultimi due anni la situazione sul mercato e le aspettative della clientela sono cambiate radicalmente: ora ci si aspetta la consegna il giorno stesso dopo un’ora al massimo, una durata che può ridursi a 20 minuti come per Picnic o myMigros. Il concetto di Speed è stato adattato anche dalla startup zurighese Stash e molte altre seguiranno. L’idea fondamentale è rivolgersi a e acquisire nuovi gruppi di clienti affini alla tecnologia con carrelli ridotti e velocità, un approccio agli antipodi della classica spesa settimanale.

04 Costi dei processi − la scalabilità deve essere accompagnata da automazione e consegna efficiente

La sfida dell’e-food è rappresentata dagli elevati costi fissi strutturali per il prelievo della merce, l’imballaggio e la consegna. Dato che i margini sono limitati e le tasse di consegna coprono solo una minima parte delle spese, occorre fare leva su altri aspetti: i costi dei processi. Per quanto riguarda la scalabilità, la soluzione è l’automazione, come dimostra ad es. Picnic nei Paesi Bassi collaborando con TGW Logistics, o come ha illustrato Frisco in Polonia nel 2019. Nel 2020, KPMG ha pubblicato uno studio con alcuni valori indicativi necessari affinché l’e-food sia redditizio: i costi del prelievo della merce devono essere ridotti a lungo termine fino ai 3 euro a ordine, mentre i costi della consegna fino a 5 euro. Tuttavia, senza automazione e un proprio parco veicoli per la consegna ciò non è possibile.

 


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Dott. Matthias Schu, esperto di e-food e autore

Il Dott. Matthias Schu è uno dei principali esperti di e-food ed è l’autore di «Das E-Food Buch». Dopo oltre dieci anni di consulenza e gestione di progetti, è ora docente di e-commerce e commercio all’HSLU di Lucerna. Inoltre, con la sua startup «Dr. Matthias Schu | retail | ecommerce | internationalization strategy»
, fornisce consulenza e sostiene commercianti e produttori di ogni dimensione per progetti e strategie.

www.matthiasschu.ch

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