KPI North Star Una stella polare guida lo sviluppo prodotti
L’aumento delle dimensioni aziendali e l’ampliamento della gamma di prodotti possono far passare in secondo piano lo sviluppo prodotti. La metrica «North Star» è uno strumento che consente ai team interessati di orientarsi nuovamente agli obiettivi comuni.
«The North Star Metric is the aggregate value that people get from your product and services», afferma Sean Ellis. La stella polare mette in correlazione il problema cliente da risolvere e i vantaggi cliente ad esso correlati con i benefici conseguibili sul piano aziendale. Attraverso i parametri più comuni, come ad es. il numero di clienti o l’utile, non è assolutamente possibile rilevare questi indici. A tal fine servono parametri diversi, più strettamente collegati alla vision del prodotto, ad es. «Time spent Listening to Music (Spotify)» oppure «Number of Nights booked (Airbnb)».
Una buona stella polare tiene conto di più dimensioni:
- rileva il momento in cui viene generato un valore per il cliente
- rappresenta il cuore della strategia prodotto
- funge da indicatore per un risultato operativo futuro auspicabile per l’azienda
Si potrebbe pensare che esista un’unica stella polare generalmente valida per l’azienda, oppure che in ambienti produttivi eterogenei ci siano diverse stelle polari.
Ecco perché ogni organizzazione ha bisogno di una stella polare
Una volta trovata quella giusta, la stella polare crea chiarezza e indica una direzione nello sviluppo prodotti. Essa consente inoltre di misurare i progressi e, infine, di trasmettere la responsabilità del risultato. In entrambi i casi vi sono ripercussioni positive sulla comprensione e sull’impegno all’interno dell’intera organizzazione.
Come può essere concretizzato l’obiettivo globale
Per rendere la stella polare più comprensibile ai fini del raggiungimento degli obiettivi di singoli team, essa viene spesso suddivisa in KPI subordinati (Key Performance Indicator) più semplici. Questi KPI subordinati possono essere suddivisi in diverse categorie, che si collocano spesso all’interno del triangolo formato da base utenti, intensità di utilizzo ed esperienza utente.
A tal fine occorre tenere conto che in effetti i KPI definiti rappresentano dei risultati e non delle attività. Una volta definiti i KPI subordinati che compongono la stella polare, è possibile classificare le misure a livello di prodotto.
In questo modo, ogni team riconosce subito quali KPI perseguire con quali misure e come questi confluiscono nella stella polare.
Questo modello rappresenta inoltre una base efficace per definire le priorità delle misure qualora le risorse siano esigue. A livello individuale, l’approccio può essere combinato senza problemi anche con l’«Objective and Key Result Framework (OKR)»: l’OKR serve a definire il processo da compiere per raggiungere il risultato atteso (KPI subordinato).
La mia conclusione
Nell’ambito dello sviluppo prodotti la stella polare contribuisce in misura significativa all’orientamento comune. Questa metrica fornisce servizi preziosi soprattutto per la priorizzazione di backlog e la comunicazione trasversale. Tuttavia, il beneficio maggiore si ha solo dopo che sono stati definiti degli adeguati KPI subordinati, che vanno implementati e misurati regolarmente. A tal fine, è molto importante che le metriche non vengano semplicemente imposte «dall’alto» bensì elaborate nell’ambito di un discorso più ampio.
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