Tecnologia retail Negozi senza cassa: un megatrend?
Saturn, Migros, Valora, Würth, tegut: l’elenco dei commercianti che sperimentano negozi privi di cassa diventa sempre più lungo. Ma cosa c’è dietro questo trend e a che punto siamo?
Pochi giorni fa, tegut ha inaugurato a Fulda «teo», un negozio di ultima generazione, privo di cassa e di personale di vendita (visibile). Dopo un esperimento pilota di alcuni mesi nella propria area aziendale, la catena ha aperto al pubblico e ha anche annunciato l’arrivo di altri 20 store di questo tipo nei prossimi dodici mesi.
Negli ultimi due anni, molte aziende commerciali note hanno avviato progetti simili. Valora schiera «avec box», anche la catena olandese Albert Heijn prova i negozi senza cassa, come pure Saturn o Migros, che ha in programma dei miniformati per Migrolino.
Questo trend non riguarda però solo i clienti finali, anche nel segmento B2B stanno infatti emergendo i primi progetti. Presso «Würth 24» anche gli artigiani possono fare acquisti 24 ore su 24 in una filiale priva di personale.
Amazon Go: fonte di ispirazione per l’intero settore
A destare l’interesse dell’intero mondo commerciale è stata Amazon con il suo progetto «Amazon Go», che secondo l’azienda è stato sviluppato per quattro anni prima che venisse aperto il primo negozio al pubblico all’inizio del 2018. Nel frattempo sono in funzione quasi 20 store privi di cassa e personale (visibile). Finora si è trattato perlopiù di piccole superfici, in considerazione degli ingenti oneri necessari per la tecnologia. Nel frattempo, Amazon ritiene però di aver sufficientemente affinato il proprio approccio e quindi di essere in grado di allestire superfici più grandi. L’azienda sta quindi offrendo la propria tecnologia attivamente alle altre catene commerciali.
Questo approccio, che permette ai clienti di evitare odiose file alla cassa, ha ispirato l’intero settore, facendo scaturire una serie di soluzioni simili che si possono sintetizzare in due concept chiave.
Due approcci risolutivi
Le soluzioni nelle quali gli stessi clienti devono attivarsi sono di facile attuazione. I visitatori accedono al negozio tramite app, prendono la merce necessaria dallo scaffale e la scansionano nell’app messa a disposizione dal commerciante. Alla fine pagano direttamente tramite l’app o a una cassa self-service, dove viene ad esempio scansionato un codice QR creato dall’app stessa.
La differenza rispetto allo store classico sta nel controllo degli accessi tramite app. In questa tipologia di negozi la classica cassa automatica viene combinata con il self scanning. Spesso i gestori si affidano in questi casi alle soluzioni di MishiPay (ad es. Saturn) o Snabble (ad es. tegut).
Molto più impegnative (e più vicine all’approccio di Amazon Go) sono quelle installazioni nelle quali i clienti prendono semplicemente i prodotti dallo scaffale e li mettono in borsa. La merce viene riconosciuta automaticamente a vista e la procedura di pagamento espletata senza che si faccia nulla. Affinché il processo funzioni, le merci devono però essere riconosciute correttamente e per fare ciò i sistemi combinano tecnologie diverse: videocamere, riconoscimento delle immagini con il supporto dell’intelligenza artificiale e di sensori presenti sugli scaffali. Un concorrente ben noto di Amazon è la startup israeliana Trigo.
Store 24/7 vicino casa?
In Giappone i piccoli convenience store (del tipo 7-Eleven) fanno parte della quotidianità dei consumatori, che vi si recano per comprare snack, bibite o articoli per il consumo quotidiano per i quali non vale la pena andare al centro commerciale. Il Giappone sta vivendo un grande cambiamento demografico: la popolazione diminuisce e diventa sempre più anziana. Per le catene è quindi sempre più difficile trovare personale per i piccoli negozi. I grandi gruppi sono perciò interessati ai quei concept che non necessitano di casse, né di collaboratori.
Al contrario, in Germania ci sono molti negozi di generi alimentari nelle città, mentre ben diversa è la situazione nelle aree rurali. Qui le grandi catene non reputano infatti redditizio gestire un supermercato. D’altro canto, però, non tutte le persone che vivono in queste aree possiedono un’automobile per recarsi nella città più vicina. I piccoli formati con un assortimento ridotto e orari di apertura flessibili potrebbero quindi contribuire all’approvvigionamento di queste regioni.
Senza cassa non significa senza personale
Anche se i commercianti non lo ammettono esplicitamente, il loro obiettivo non è solo migliorare l’esperienza di acquisto del cliente. Se quest’ultimo paga infatti autonomamente, non c’è più bisogno di personale che gestisca la cassa, con una conseguente riduzione dei costi. I negozi senza cassa necessitano però comunque di personale, perché le merci devono essere collocate sugli scaffali come nelle filiali convenzionali.
La pandemia agevola lo sviluppo di negozi senza cassa?
Attualmente la presenza dei negozi senza cassa è più significativa sui media che nella realtà. Anche se tegut dovesse aprire entro la fine del 2021 più di 20 negozi «teo», si tratterebbe comunque di appena un decimo di tutte le filiali e poi si consideri che tegut fa parte delle catene minori.
Inoltre, la tecnologia non tiene conto di alcune questioni. Tutti i gestori di questi negozi sperimentali si dicono infatti pubblicamente sempre soddisfatti, senza però citare cifre concrete di utilizzo. È quindi difficile valutare se l’installazione della tecnologia necessaria sia effettivamente redditizia o meno. Ciò vale soprattutto per quei settori nei quali i margini sono piuttosto limitati, come nella vendita di generi alimentari.
La domanda fondamentale è però se i clienti accettano negozi senza personale. Negli anni scorsi sono stati infatti condotti vari studi nei quali i consumatori consideravano la consulenza fornita dal personale sul posto uno dei principali vantaggi del commercio tradizionale.
Di fatto creando in modo sistematico negozi automatizzati, il commercio ci priva proprio di questo valore aggiunto.
L’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza e l’insicurezza derivante dalla pandemia rendono sicuramente questi negozi un’interessante alternativa agli occhi dei clienti o comunque un’integrazione al classico supermercato. È tuttavia ancora da vedere se la pandemia contribuirà al successo degli store automatici.
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