Il consumo nel mondo post-coronavirus

Post-coronavirus Il consumo nel mondo post-coronavirus

Pubblicato il 08.07.2020 da Stephan Lamprecht, giornalista

Dopo il coronavirus il mondo non sarà più lo stesso: gli esperti sono d’accordo su questo. Come si comporteranno i consumatori nel futuro di questa «nuova normalità»? Uno studio recente fornisce importanti osservazioni in merito.

In che modo l’esperienza di una pandemia cambia una società? Questo è quello che il canale di shopping QVC ha cercato di scoprire. Sotto la direzione del rinomato ricercatore di tendenze Prof. Peter Wippermann è stato così realizzato lo studio «New normal: come vive la Germania nel mondo post-coronavirus», i cui risultati potrebbero essere riferiti anche ai consumatori svizzeri.

Il divertimento dello shopping come evento per i fan

Le misure di contenimento della vita pubblica aumentano il desiderio di vicinanza sociale. Le applicazioni di social shopping stanno vivendo un boom in Cina, rendendo lo shopping (nei negozi o digitale) un’esperienza che coinvolge la comunità. I clienti, insieme ad amici e follower, danno un’occhiata ai prodotti più recenti e fanno acquisti: secondo il sondaggio il 41% delle donne e la metà degli uomini intervistati trova interessante questa attività. Lo streaming potrebbe quindi svolgere un ruolo importante anche nello shopping quotidiano. Quasi la metà degli intervistati della Generazione Z troverebbe utile un assistente per gli acquisti che mostri loro per video gli alimenti freschi.

La priorità resta comunque vivere un’esperienza divertente: infatti oltre la metà dei 1000 partecipanti allo studio desidera che i negozi del commercio al dettaglio si trasformino maggiormente in luoghi di incontro.

Vita privata e lavoro si fondono, la socializzazione digitale diventa la normalità

Lavoro da casa, videoconferenze e home schooling: ciò che sembrava impossibile solo poche settimane fa è diventato la vita quotidiana di molte persone durante il lockdown, abbattendo i confini tra vita privata e lavoro. La Generazione Z è estremamente entusiasta dell’esperienza vissuta, tanto che il 73% degli intervistati in questa fascia d’età vorrebbe continuare a lavorare da casa in futuro. I più giovani hanno un atteggiamento positivo anche verso la socializzazione digitale. Le videochiamate per «stare insieme», chiacchierare e bere un drink hanno tutte le carte in regola per diventare un classico, anche una volta rientrata l’emergenza coronavirus.

Il valore e l’atteggiamento acquistano importanza

Situazioni di crisi come la pandemia portano a un maggiore apprezzamento delle cose e a una riflessione sul loro valore. Durante il lockdown i consumatori hanno evidentemente riconosciuto il valore dell’abbigliamento senza tempo. In futuro quasi il 70% degli intervistati sostiene di volere prestare maggiore attenzione al fatto che i prodotti siano durevoli e senza tempo. Ciò rischia di mettere ancora più sotto pressione il «fast fashion», già ampiamente criticato per le condizioni di produzione adottate.

«Insieme ce la faremo» è stato probabilmente il messaggio più importante diffuso in tutti gli Stati in cui la vita pubblica è stata messa in stand-by. La solidarietà è infatti cresciuta notevolmente in termini di valore, con conseguenze anche per i produttori e i commercianti. Due terzi dei consumatori affermano che per i futuri acquisti preferiranno optare per fornitori che conferiscono importanza a solidarietà, impegno sociale e sostenibilità. E per oltre il 70% degli intervistati la crisi ha reso più importante l’acquisto di prodotti regionali.

La «nuova normalità» presenta pertanto una serie di nuove sfide a produttori e commercianti.

Ulteriori informazioni sullo studio sono reperibili online (disponibile solo in tedesco).

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Stephan Lamprecht, giornalista

Stephan Lamprecht è da due decenni giornalista e consulente per l’e-commerce in Germania, Austria e Svizzera.

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