Pagamenti Pagamenti digitali e inclusione finanziaria: problemi e sfide
La scarsa presenza degli istituti bancari nelle economie in via di sviluppo rappresenta una sfida importante per l’inclusione finanziaria. I pagamenti mobili hanno consentito agli utenti di effettuare transazioni, in assenza dei canali bancari tradizionali, semplicemente attraverso un telefono cellulare promuovendo così sia l’inclusione finanziaria che lo sviluppo.
Il premio Nobel per l’economia, Amartya Sen, ha identificato i «servizi economici» come uno degli elementi chiave atti a favorire lo sviluppo socioeconomico. Tuttavia, un problema annoso che va a discapito dell’inclusione finanziaria di tutto il mondo è la mancanza di accesso agli istituti bancari: un gran numero di persone, infatti, non fruisce di servizi bancari nelle economie in via di sviluppo, e nelle regioni rurali si registra una scarsa presenza di sportelli bancari. Negli ultimi dieci anni i pagamenti mobili si sono rivelati, in diverse parti del mondo, una leva promettente per l’inclusione finanziaria. Grazie alla tecnologia, gli utenti possono effettuare transazioni finanziarie semplicemente su cellulare senza dover accedere ai canali bancari tradizionali. Un notevole successo è stato ottenuto in Kenya con l’introduzione di M-Pesa, una tecnologia di pagamento mobile di cui ha fruito gran parte della popolazione sprovvista di servizi bancari. Un altro interessante esempio di trasferimento di denaro senza l’infrastruttura bancaria tradizionale è Coins.ph nelle Filippine, un sistema basato sulla tecnologia blockchain all’interno del quale le transazioni sottostanti sono effettuate in criptovaluta e vengono poi convertite in denaro contante.
Oltre alla facilità di accesso, i pagamenti mobili consentono di effettuare rapidamente transazioni di denaro nelle situazioni di emergenza. Diversi prestatori di servizi di pagamento mobile come Orange e Safaricom, in Afghanistan, Filippine, Kenya e altre nazioni, hanno facilitato il trasferimento rapido delle rimesse da parte dei migranti che lavorano all’estero. I trasferimenti digitali hanno inoltre permesso a persone vittime di disastri naturali di ricevere fondi di soccorso in luoghi inaccessibili. Durante la crisi di liquidità innescata dalla smonetizzazione in India, le piccole imprese hanno tratto linfa vitale dai portafogli digitali, valida alternativa al contante. Un fenomeno più recente può essere osservato in Venezuela, dove i cittadini investono in criptovalute per combattere la forte inflazione mentre appoggiandosi alle banche tradizionali in questa fase di crisi economica subirebbero perdite finanziarie.
Se da un lato questi progressi si traducono in promesse di inclusione e sviluppo socioeconomico, dall’altro gli ostacoli all’uso dei pagamenti digitali sono evidenti. Innanzitutto la penetrazione digitale è ancora sostanzialmente bassa nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo. In secondo luogo, le economie emergenti sono molto sensibili alle perdite finanziarie e le transazioni digitali comportano il rischio di insuccesso e furti. In terzo luogo, il funzionamento dei portafogli digitali richiede competenze tecniche di base. Un alto tasso di analfabetismo digitale nelle regioni in via di sviluppo costituisce un ostacolo all’uso. In quarto luogo desta grande preoccupazione il tema della sorveglianza. Gli utenti corrono il rischio che la loro cronologia delle transazioni possa essere utilizzata in modo improprio da commercianti terzi o persino dal governo a fini di controllo.
Per garantire l’ulteriore diffusione dei pagamenti digitali è essenziale individuare questi ostacoli e affrontarli. I recenti progressi compiuti dall’intelligenza artificiale includono anche sofisticati algoritmi che consentono di rilevare le frodi finanziarie e che possono essere impiegati per ridurre il rischio di potenziali furti. Dopo l’introduzione, la sostenibilità dei pagamenti digitali gioca un ruolo importante nel garantire una maggiore inclusione finanziaria.
Prof. Dr Raghav Rao interviene su questo tema al Connecta Bern.
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