Come le generazioni Y e Z cambieranno le nostre aziende. Voi lo sapete chi è Gronkh?

A un certo punto degli ultimi anni deve essere successo: sono diventato vecchio. Non me ne sono nemmeno reso conto, perlomeno non subito. Ma gli indizi si accumulano e ormai è semplicemente impossibile continuare a negare la realtà. Il fatto è particolarmente evidente quando osservo il mio modo di usare i media e quello delle generazioni più giovani.

Voi avete mai sentito parlare di Gronkh? Se siete esperti di digital marketing forse sì, ma se siete persone «normali» con più di 35 anni di certo no. Gronkh, semplicemente, non fa parte della nostra vita.

Eppure è estremamente importante. Non tanto per noi, quanto per il futuro. Gronkh è secondo me il simbolo di una società parallela che si sta sviluppando nella generazione più giovane. E di cui quasi nessuna azienda è consapevole nella giusta misura.

Gronkh è un «Let’s Player». Per dirla in parole comprensibili a chi ha superato i trenta: un tizio che gioca ai videogame, registra le sue partite e i suoi commenti e mette i filmati in rete. Questi video quotidiani durano fino a 40 minuti. Siamo seri, nessuno se li guarderà tutti, no?

Se diamo un’occhiata agli accessi al canale di Gronkh, scopriamo che, nel momento in cui vi scrivo, questa celebrità online tedesca senza alcun budget pubblicitario, senza un Brand Strategy Handbook e senza una squadra di consulenti, sta per toccare la soglia dei 3 miliardi di visualizzazioni. Tre miliardi. E, come detto, non parliamo di video da 10 secondi che qualcuno guarda durante una pausa pubblicitaria se nel frattempo non ne ha già approfittato per andare in bagno oppure al frigorifero: si tratta di episodi della stessa durata di quelli di una normale serie TV.

Praticamente nessuno dei visualizzatori ha più di 35 anni, la maggior parte ne ha sicuramente meno di 25. E molti sono probabilmente ancora più giovani.

E Gronkh non è affatto l’unico. Il mercato tedesco del Let’s Play è enorme, comprende centinaia di attori con una audience e una popolarità in parte enormi (perlomeno fra i giovani).

Il nome Ninja vi dice qualcosa? Negli ultimi mesi quest’altro videogiocatore (o meglio atleta di e-sport) molto famoso e apprezzato ha avuto grande spazio sui media: in futuro non trasmetterà più le sue partite su Twitch, ma sulla piattaforma Mixer, gestita dalla Microsoft. In cambio riceverà da quest’ultima una somma che gli insider del settore stimano in circa 50 milioni di dollari... Ah sì, e a giugno Ninja è stato per la prima volta lo sportivo con il maggior numero di interazioni sui social web, superando anche Cristiano Ronaldo. E probabilmente non avete mai sentito parlare di lui...

Ma c’è anche molto altro oltre a Let’s Play agli e-sport. Rezo si fa beffe dei partiti di massa. Bibi ha realizzato uno dei lanci di maggiore successo degli ultimi anni nel settore dei prodotti cosmetici. E i giovani oramai prendono le loro decisioni di acquisto solo in base ai consigli dell’influencer di turno.

Noi del marketing faremmo bene a osservare con grande attenzione questo comportamento di comunicazione e consumo. Non tanto perché dobbiamo assolutamente inserirci sul mercato giovanile, quanto perché quando i giovani di oggi non saranno più tali porteranno con sé le proprie abitudini nell’uso dei media. E quest’ultimo non avrà più niente a che fare con la vita reale degli «esperti» professionisti del marketing vestiti in completo e abituati a guardare i DVD (sì, sto parlando di noi).

Felix Beilharz parlerà di questo argomento alla Connecta Bern.