Social media Ehi capo, ma tu non sei su Twitter
I CEO sono da sempre il volto dell’azienda verso l’esterno, a maggior ragione nell’era dei social media. Se i CEO sfruttano questa opportunità, ad esempio twittando attivamente, la comunicazione dell’azienda acquisisce una componente umana in più, sia verso l’esterno che verso l’interno.
E se il CEO non è su Twitter? Per fortuna non è il caso di Svizzera Turismo: il nostro capo twitta già dal 2009 privatamente e dal 2018, anno della sua entrata in carica, nella veste ufficiale di direttore.
Come il suo predecessore, anche Martin Nydegger è consapevole dell’importanza di una simile vetrina. Le aziende, ma anche le organizzazioni parastatali come Svizzera Turismo, vogliono essere presenti nel web e nei social media. Peccato che qui l’interesse per i contenuti aziendali sia scarso. L’attenzione dei lettori è bassa e le informazioni alternative sono tantissime: siamo nell’era del «Content Shock». Ed è qui che entra in gioco il concetto di «Corporate Influencer»: i CEO possono contribuire a catturare maggiore interesse e attenzione, a superare questo shock e a plasmare l’immagine di un’istituzione verso l’esterno.
Le persone preferiscono comunicare con altre persone, fidarsi le une delle altre e instaurare un dialogo. I contenuti impersonali provenienti da fonti altrettanto impersonali e senza un volto non sono affatto invitanti. Questo a maggior ragione sui social media. I direttori dovrebbero quindi diventare dei veri e propri ambasciatori della propria causa, ovvero degli influencer ufficiali con un volto e una credibilità elevata. Nel mondo ce lo dimostrano già da tempo personalità di spicco come Elon Musk o Richard Branson, ma anche esponenti dell’economia più «raggiungibili» come Joe Kaeser di Siemens, Hannes Armetsreiter di Vodafone Deutschland e Tina Müller di Douglas. Oppure, appunto, il nostro direttore di Svizzera Turismo Martin Nydegger.
I CEO non rappresentano solo i vertici operativi, ma sono anche il primo punto di contatto nella comunicazione e per il pubblico. Per questo devono mostrarsi in prima persona, presentare i propri interessi, i propri marchi, la propria azienda, le proprie convinzioni e metterci la faccia. Solo così un CEO diventa un «Corporate Messenger» e contribuisce a dare un volto a un’azienda. Sia verso l’esterno sia, naturalmente, verso l’interno. Se il CEO comunica in modo accattivante e pubblica tweet interessanti, sarà seguito non solo dai gruppi target, dai comunicatori o da altri esponenti del mondo economico, ma idealmente anche dalla sua gente.
I CEO sono in realtà i «massimi» influencer e costituiscono la base per programmi efficaci nell’ambito dei corporate influencer, fungendo da modello e mostrando come fare.
Tutto ciò non avviene da sé: i CEO devono infatti adottare la comunicazione di Twitter. Essere autentici e pronti a interagire su questo canale. Tutto ciò con la calma e la tranquillità necessarie. L’azienda, a sua volta, deve avere fiducia nei CEO, nelle strutture, nei processi e nelle direttive e dare esempio di trasparenza.
Quante più informazioni ricevono gli ambienti interni ed esterni di un direttore, tanto più aumentano la sua credibilità e affidabilità. Un CEO attivo sui social media può apportare un notevole valore aggiunto. Conclusione: #CEOsuTwitter.
Dominic Stöcklin dirige il team Social Media di Svizzera Turismo e interviene su questo tema al Connecta Bern.
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